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I Tre Castelli

Percorrendo l'autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo, a pochi chilometri da Alcamo, non si può fare a meno di ammirare

un imponente castello che poggia sulla roccia di un rilievo collinare. La vicinanza al viadotto che lo affianca, dà la sensazione di poterlo toccare.

Fanno parte di questo itinerario

  1.  Castello di Calatubo (visibile dall'esterno)
  2. Castello dei Conti di Modica (momentaneamente chiuso per restauro)
  3. Castello dei Ventimiglia
 

1. Castello di Calatubo (visibile dall'esterno)

Il castello di Calatubo, dal nome arabo Kalata et tub (terra di tufo), si fonda su un rilievo roccioso, da cui si domina il golfo di Castellammare da un lato, e l'entroterra fino al monte Bonifato dall'altro. Impianto a tre recinti fortificati, i corpi di fabbrica, a pianta irregolare, seguono l'andamento del costone roccioso su cui si fondano. La costruzione si fa risalire al X – XI secolo, ma, difficile è stabilire con esattezza l'impianto originario, che alcuni farebbero risalire al periodo bizantino ed altri a quello arabo.

Di certo, venne concesso nel 1340 da re Pietro II al conte di Caltabellotta Raimondo Peralta.

Acquisito recentemente dal comune di Alcamo, dalla famiglia Papè di Valdina, diverrà presto sede di rappresentanza della città.

2. Castello dei Conti di Modica (momentaneamente chiuso per lavori di restauro)

Fortezza inespugnabile e prestigiosa dimora di Enrico e Federico Chiaramonte che probabilmente lo costruirono tra il 1340 e il 1350, il castello prende nome dai Conti che ne furono proprietari dal 1410 al 1812. Con la sua robusta mole, impostata su una pianta romboidale, e con le quattro torri alternate, due cilindriche e due quadrate, ha protetto la città e resistito per secoli a violenti attacchi, tra cui quello famigerato di un pirata islamico, il corsaro Barbarossa. Sul prospetto nord resistono al tempo due originarie finestre monofore e nel cortile interno bifore e trifore. Lo scalone d'onore del castello è in marmo rosso proveniente dalle cave del Monte Bonifato.

3. Castello dei Ventimiglia

Sul monte Bonifato, svetta, isolata e leggendaria, l'ultima torre del castello dei Ventimiglia. La notizia più antica risale al 1182 e riguarda la descrizione dei limiti della "divisa di Bonifato, che comprendeva 600 salme di seminativi" mettendo in evidenza come il territorio circostante fosse tutto coltivato a cereali. La prima notizia del castello si ha, nel 1337 quando Pietro II lo concedeva al Peralta, ma già prima, nel 1332 Federico III concedeva un privilegio agli abitanti di Bonifato, e solamente nel 1397 Enrico Ventimiglia, figlio di Guarniero, dichiarava di aver costruito il castello di Bonifato. Il castello, quindi, risale al XIV secolo ed è errata la denominazione di torre saracena che si dava fino a poco tempo fa.

Del castello, se si esclude la torre, oggi rimangono solamente dei ruderi. Solamente un innesto murario ancora visibile, sul lato Nord-Est della torre, indica l'andamento settentrionale della cortina muraria difensiva del fortilizio.

Lo schema planimetrico del castello è assimilabile al triangolo o, ancora meglio, ad un trapezio rettangolare, dove tre lati collegati ad angolo retto si uniscono al quarto molto inclinato.

La torre, esistente, era posta sull'estremità Nord-Ovest dell'impianto difensivo. Da lì si sviluppavano i due lati perpendicolari che si affacciavano sul fronte Nord ed Ovest, dove una leggera pendenza accoglieva l'abitato medievale, ancora visibile con rilevanti cumuli di pietra. Il lato Sud, quello più inaccessibile per via di uno strapiombo roccioso, era collegato al muro inclinato ad Est.

Il castello, se paragonato ad altri dello stesso periodo, era stato costruito con dimensioni abbastanza ridotte, probabilmente fu pensato per resistere a brevi assedi militari o per segnalare rapidamente, con segnali di fumo, possibili incursioni nemiche provenienti dal mare.

L'ubicazione della torre rimasta, pensata come mastio del presidio militare, domina l'intero Golfo di Castellammare e parte dell'entroterra meridionale.