Hinterland
San Vito Lo Capo
Spiaggia tra le più rinomate dell'Isola, sorge in una conca ai piedi del monte Monaco, al margine della piccola penisola che chiude il golfo di Castellammare.
Il borgo, di tradizione marinara, si è sviluppato intorno a un'antica fortezza-santuario dedicata a San Vito. Il suo territorio, oltre alla suggestiva spiaggia molto affollata in agosto, comprende località meno conosciute ma non meno interessanti come Castelluzzo e Macari. Inoltre, nel comune di San Vito Lo Capo ricade buona parte della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, visitabile a piedi. Da alcuni anni la città è diventata la sede di svolgimento del Cous Cous Fest e, più recentemente, dell'evento enogastronomico Tempu ri Capuna.
Immersa in un paesaggio costellato da rocce alte, spiaggette e scogli appuntiti, grotte, bagli e torri, San Vito accoglie con la stupenda costa di Makari e il bastione di Monte Monaco con il pizzo omonimo che, a seconda da dove si guarda, assume ora la forma di un prete in preghiera, ora di un cane in corsa.
Dalla sommità del monte, raggiungibile attraverso sentieri, unica e irripetibile l'emozione che si prova alla vista dall'alto dei tre golfi insieme, di Castellammare, San Vito e Cofano, e nelle giornate di grande visibilità, anche dell'isola di Ustica.
Dalle terrazze del santuario si gode dello stupendo panorama sulla spiaggia, lunga tre chilometri, sul mare azzurro e sulla cittadina, della quale si apprezza l'impianto regolare con case basse e vie rette e parallele.
Nel paesaggio della splendida costa rocciosa si ergono le cinquecentesche torri del sistema isolano di difesa.
La storia della città è legata a San Vito che, secondo la tradizione, passò da Egitarso o Egitallo, denominazione romana del sito, nel III secolo d.C., costretto a lasciare la sua città Mazara, assieme al precettore Modesto e alla nutrice Crescenzia: egli abitò nelle caverne della zona, dedicandosi alla preghiera, nutrito da un corvo, come i Padri del deserto. Si ritiene che dopo il martirio del Santo, avvenuto intorno al 300 d.C. presso la foce del fiume Sele, ad Egitarso fosse sorta una chiesetta, rinnovata nel XV, e divenuta successivamente santuario-fortezza, per volere degli abitanti di Erice nel cui comprensorio ricadeva il territorio di San Vito, per dare ai pellegrini alloggio e protezione dalle incursioni piratesche. La città, che Comune dal 1952, si è sviluppata tra il XVIII e il XIX secolo attorno al santuario, come piccolo borgo di pescatori, appartenente all'agro ericino.