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Storia e tradizioni
La città
Scelta da Elimi, Romani e Bizantini per la posizione strategica sulle vie occidentali di accesso a Palermo, con gli Arabi guadagnò il nome di Alqamah ed il grado di casale. Attorno al castello (sec. XIV) si costituì il primo consistente nucleo abitativo della città che oggi si presenta con un tessuto viario regolare, lungo l’asse del corso principale VI Aprile: la data rievoca la gloriosa giornata del 1860, in cui Alcamo, in prima fila per il riscatto dell’isola, proclamò un governo provvisorio antiborbonico ed aprì le porte a Garibaldi. Tra i suoi illustri cittadini vanta: il poeta Ciullo d'Alcamo (sec. XIII), autore del contrasto Rosa fresca aulentissima che costituisce uno dei più antichi documenti della letteratura italiana; Sebastiano Bagolino, poeta e pittore del XVI secolo; Agostino Pantò, nato nel 1675, fondatore dell'Accademia Giustinianea; Giuseppe Renda pittore del sec. XVIII.
La città
Città del vino e città d'arte, Alcamo con il castello dei conti di Modica, il centro storico ricco di palazzi, chiese e opere d’arte è uno dei centri più rinomati della provincia per storia, cultura e tradizioni. La posizione alle pendici del monte Bonifato, considerato il “tetto della Sicilia occidentale”, sul quale si trova la Riserva Bosco d’Alcamo, ne fa inoltre uno dei più suggestivi comuni per gli incantevoli panorami sospesi tra cielo e mare con lo stupefacente scenario del Golfo di Catellammare, inciso e delimitato ad est da Punta Raisi ed a ovest dal pronunciato promontorio di Capo San Vito.Il suo territorio fu abitato fin dalla tarda età del bronzo e scelto da Elimi, Romani e Bizantini per la posizione strategica sulle vie occidentali di accesso a Palermo. Con gli Arabi guadagnò il nome di Alqamah, ed il grado di casale. Attorno al castello, fatto erigere nel 1340, si costituì il primo consistente nucleo abitativo che oggi si presenta con un tessuto viario regolare, lungo l’asse del corso principale VI Aprile.
La città murata era divisa in quattro quartieri che prendevano nome dalle chiese di San Giacomo, San Calogero, San Francesco e Maggiore Chiesa. Nel 1812 la città passò, suo malgrado, al demanio regio, ma nel 1860 fu in prima fila per il riscatto dell’isola e il 6 aprile riuscì a liberarsi proclamando un governo provvisorio antiborbonico ed aprendo le porte a Garibaldi.